Sei in >> Preghiere >> Dies iræ dies illa - Giorno dell'ira sarà quel giorno
Buona Sera, visitatore, il tuo numero IP è : 34.225.194.102 - Fanne buon uso ;-)
Capistrano (VV), giovedì 2 febbraio 2023 ~ Ore : 19:07:46 • New York: 02/02/2023 13:07:46 • Tokyo: 03/02/2023 03:07:46 • Sydney: 03/02/2023 05:07:46
Settimana dell'anno n° 5 - Trimestre 1° [febbraio] Acquario ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 33 - Giorni mancanti a FineAnno: 332
Il sole sorge alle ore 07:22 e tramonta alle ore 17:26 - Presentazione del Signore (Candelora)
In una stanza silenziosa c'erano quattro candele accese. La prima si lamentava: «Io sono la pace. Ma gli uomini preferiscono la guerra: non mi resta che lasciarmi spegnere». E così accadde. La seconda disse: «Io sono la fede. Ma gli uomini preferiscono le favole: non mi resta che lasciarmi spegnere». E così accadde. La terza candela confessò: «Io sono l'amore. Ma gli uomini sono cattivi e incapaci di amare: non mi resta che lasciarmi spegnere». All'improvviso nella stanza comparve un bambino che, piangendo, disse: «Ho paura del buio». Allora la quarta candela disse: «Non piangere. Io resterò accesa e ti permetterò di riaccendere con la mia luce le altre candele: io sono la speranza». Il nome popolare di "Candelora", assegnato alla festa odierna della Presentazione del Signore, è legato alla benedizione e alla processione con le candele e fiorisce dalle parole del vecchio Simeone che così definisce Cristo: «Luce per illuminare le genti». Attorno al simbolo del cero acceso si sviluppa anche la parabola ebraica sopra sintetizzata: essa mette in scena simbolicamente la pace, che nella Bibbia è il grande dono messianico, e le tre virtù teologali. Anche in questo racconto al centro c'è un bambino, come il neonato Gesù del testo evangelico (Luca 2, 22-40): è lui a far sfavillare nuovamente le candele spente. Sì, perché sulla storia il sudario delle tenebre si allarga spegnendo le luci della pace, dono sempre sospirato, della fede che allarga gli orizzonti e dell'amore che riscalda la vita. Rimane l'ultimo filo di luce, quello della candela della speranza. Ad essa si rivolge il bambino per riportare in vita la pace, la fede e l'amore. Anche le nostre riflessioni quotidiane sono spesso segnate dallo sconforto e dal realismo che ci induce giustamente a non ignorare il male del mondo. Ma l'ultima parola dovrebbe essere sempre quella della speranza, «il rischio da correre, anzi, il rischio dei rischi» che riesce a far sbocciare la luce.
Dies iræ dies illa (Testo completo)
Il Dies iræ è una sequenza in lingua latina, molto famosa, attribuita a Tommaso da Celano. Sono in molti a ritenerla una composizione poetica medievale tra le più riuscite. Descrive il giorno del giudizio, l'ultima tromba che raccoglie le anime davanti al trono di Dio, dove i buoni saranno salvati ed i cattivi condannati al fuoco eterno. Più che una preghiera è una esortazione. Rivolta, perciò, agli astanti affinché siano attenti agli insegnamenti divini altrimenti . . . si incorre nell'ira di Dio nel giorno del giudizio. Il pregio è che ci mette a nudo, ci costringe a un riesame di tutti i nostri compromessi, di tutti i nostri errori, e se ben letto ci spinge ad una ragionata umiltà ed all'abbandono di tutte le pretese filosofiche.
Latino Dies iræ, dies illa Quantus tremor est futúrus, Tuba mirum spargens sonum Mors stupébit et natúra, Liber scriptus proferétur, Judex ergo cum sedébit, Quid sum miser tunc dictúrus, Rex treméndæ maiestátis, Recordáre, Jesu pie, Quærens me sedísti lassus, Iuste judex ultiónis, Ingemísco tamquam reus, Qui Mariam absolvísti Preces meæ non sunt dignæ, Inter oves locum præsta Confutátis maledíctis, Oro supplex et acclínis, Lacrimósa dies illa, iudicándus homo reus: Pie Jesu, Domine, Amen. |
Ritmico Giorno d'ira a suon di squilla: Qual tremore vi sarà: Spanderan le trombe i suoni Stupiran Natura e Morte Dal gran libro spalancato, Quando il Giudice verrà, Miserello, che dirò? Re tremendo di maestà, Oh ricorda, Gesù buono, Stanco sei per me seduto, Giusto Giudice d'ulzione, Versò lacrime quel rio, Maddalena tu assolvesti, Per mie preci non son degno, Per gli agnelli un loco appresta, Condannati i maledetti, Prego supplice e prostrato, Lacrimevol dì sarà, al giudizio l'uomo rio. O Gesù, Signor pietoso, Così sia. |
Poetico In quel dì che le Sibille, Così sia. |
Letterale Giorno dell'ira sarà quel giorno Quanto terrore verrrà La tromba diffondendo un suono stupefacente La Morte si stupirrà, ed anche la Natura Sarrà portato il libro scritto E dunque quando il giudice si siederrà, In quel momento che potrrò dire io, misero, Re di tremenda maestrà, Ricorda, o Gesrù pio, Cercandomi ti sedesti stanco, Giusto giudice di retribuzione, Comincio a gemere come un colpevole, Tu che perdonasti Maria di Magdala, Le mie preghiere non sono degne; Assicurami un posto fra le pecore, Smascherati i malvagi, Prego supplice e in ginocchio, Quel giorno sarrà un giorno di lacrime, il peccatore per essere giudicato. pio Signore Gesrù, Così sia. |
* * *
Autore : Tommaso da Celano - Testo poetico ... da Wikipedia
www.mpasceri.it © copyright 2010 - 2022 ~
XHTML