Sei in >> Racconti >> Cosa vedi, tu che mi curi

Buon Giorno, visitatore, il tuo numero IP è : 18.188.228.135 - Fanne buon uso ;-) — Pasqua sarà e⁄o è stata il 31/03/2024

Capistrano (VV), sabato 27 luglio 2024 ~ Ore : 08:04:50 • New York: 27/07/2024 02:04:50 • Tokyo: 27/07/2024 15:04:50 • Sydney: 27/07/2024 16:04:50

Settimana dell'anno n° 30 - Trimestre 3 [luglio] Leone ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 209 - Giorni mancanti a FineAnno: 157: Precisamente 0 anni, 5 mesi, 23 settimane, 157 giorni, 3783 ore, 227035 minuti, 13622109 secondi!

Il sole sorge alle ore 05:58 e tramonta alle ore 20:34 - San Pantaleone - Santa Letizia

 

La Vecchia Signora Scorbutica

La Vecchia Signora Scorbutica - Dimmi cosa vedi, tu che mi curi

 

 

Sul tavolino da notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera. Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto.

" Cosa vedi, tu che mi curi? Chi vedi, quando mi guardi? Cosa pensi, quando mi lasci? E cosa dici quando parli di me?
Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un po' pazza, lo sguardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde mai quando dovrebbe. E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no, ti lascia fare come vuoi, il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia.
È questo che vedi!
Allora apri gli occhi. Non sono io.
Ti dirò chi sono.
Sono l'ultima di dieci figli con un padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amavano.
Una giovane di sedici anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato.
Sposata già a venti anni. Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno.
Ho venticinque anni ora e un figlio mio, che ha bisogno di me per costruirsi una casa.
Una donna di trenta anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l'uno all'altra da vincoli che dureranno.
Quaranta anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco.
Cinquanta anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi.
Rieccomi con dei bambini, io e il mio diletto.
Poi ecco i giorni bui, mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacché i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro.
E penso agli anni e all'amore che ho conosciuto.
Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. E con l'età avanzata laddove un tempo ebbi un cuore vi è ora una pietra.
Ma in questa vecchia carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo le gioie, mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo. Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati. E accetto l'implacabile realtà 'che niente può durare'.
Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica ... Guarda meglio e mi vedrai".

Quanti volti, quanti occhi, quante mani incrociamo, ogni giorno. Che cosa guardiamo? Le rughe, le ostilità, i dubbi, le durezze.
Se imparassimo invece a guardare i sogni, i palpiti, gli amori spesso così accuratamente nascosti?

 

* * *

Autore: Bruno Ferrero - Libro " C'è Qualcuno Lassù " - Casa editrice ElleDici

| indietro | ~ | torna su |

 


www.mpasceri.it © copyright 2010 - 2024 ~ XHTML