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Le fonti storiche criticamente esaminate e la più recente letteratura scientifica sull'argomento ci permettono di tracciare in maniera attendibile, anche se non molto dettagliata, la vicenda storica della vita, del martirio e dello straordinario sviluppo della devozione di San Donato.
La vita
La vita di San Donato si svolse da circa il 240
al 07 agosto 304. Con grande probabilità era aretino ma non sappiamo nulla dei suoi genitori,
della sua infanzia, giovinezza né della sua formazione. Ancora pagani o già divenuti
cristiani i genitori gli misero un nome che ci illumina sulla loro pietà e che risultò
pienamente indovinato: Donato, cioè "regalato dalla bontà di Dio".
Quando Donato era un ragazzo di circa una decina di anni, nel 250, la persecuzione dell'Imperatore
Decio fece tra i cristiani di Arezzo i primi due martiri, i giovani fratelli Lorentino e Pergentino. Ed egli
ne raccolse l'eredità.
Verso il 270 Arezzo ebbe il suo primo vescovo, San Satiro (270 ? - 285 ?) e sotto di lui Donato fu diacono
e poi sacerdote. Amato e stimato dal vecchio vescovo, Donato ebbe pure la stima e la venerazione
del clero e del popolo cristiano aretino; e da questi fu eletto secondo vescovo, alla morte di Satiro,
verso il 285. Da allora in poi fino al martirio fu il grande apostolo della diffusione del Vangelo nel
vastissimo territorio del municipio romano di Arezzo, sui confini del quale si modellò la
paleocristiana diocesi aretina. Quando venne arrestato lo si accusò prima di tutto per
questa sua instancabile attività missionaria; e il Martirologio Geronimiano e la tradizione
della Chiesa aretina menzionano questo fervore evangelizzatore guidato da San Donato sia al
centro della diocesi (ad Arezzo e nei dintorni i martiri Antimo ed Ilario) sia nell'estrema periferia
(a Pavia nella valle dell'Asso e dell'Ombrone San Marcellino, a Dofana nella valle dell'Arbia
Sant'Ansano).
Il martirio
Il pio racconto della Passione di San Donato
(VI secolo) ci ha conservato, con grandissima probabilità,
il resoconto autentico del processo e del martirio del santo. È commovente.
Anno 304 (cioè il secondo anno della tremenda persecuzione anticristiana decretata dagli
imperatori Diocleziano e Massimiano Erculeo), primi di agosto. Donato è già stato
incarcerato. A processarlo interviene in persona l'augustale Quadraziano, governatore (corrector)
della regione Tuscia-Umbria. L'accusa rivolta al vescovo è così formulata:
« I clementissimi Augusti, nostri signori, hanno mediante pubblico editto proibito ad ogni
cristiano di annunziare e diffondere la propria religione. Tu, al contrario, hai continuato a
predicare alle popolazioni persuadendole a seguire una dottrina contraria alla religione
tradizionale».
Calma e serena la risposta di Donato:
«Ho invitato ed esortato il popolo ad adorare Gesù Cristo con tranquilla coscienza
perché sono sicuro che egli è Dio».
E rifiuta di offrire sacrificio agli dèi:
«Offrano pure tale sacrificio quegli infelici che non credono in Cristo figlio di Dio».
Per questo rifiuto venne percorso con una pietra sulla bocca; e Donato dice:
«Questo l'ho sempre desiderato».
Quadraziano ordina di portare un tripode cioè un braciere per l'offerta del sacrificio
dell'incenzo ed insieme una piccola statua della dea Giunone (veneratissima ad Arezzo dove,
come Giunone Lucina, aveva un grandioso santuario sulla cima di Castelsecco) e comanda a
Donato:
«Offri il sacrificio alla dea Giunone!».
Fiera risposta di Donato:
«Sacrifica pure ai tuoi dèi che non sono altro che demoni; per parte mia intendo offrire
sacrificio soltanto al Signore Gesù Cristo».
Quadraziano augustale dette ordine di infliggergli la pena capitale mkediante decapitazione. Era
il giorno 7 di agosto. Il suo corpo, raccolto dai cristiani fu seppellito nei pressi di Arezzo: sulla
collina di Pionta (attuale Ospedale Neuropsichiatrico). Ivi fino al 1203 fu la cattedrale aretina
dedicata a S. Stefano ed alla Madonna; ivi sulla tomba del martire prima fu eretta una memoria
martiriale dal vescovo Gelasio (suo successore) e più tardi, nel 1032, fu consacrato
un grande tempio dal vescovo Teodaldo
La gloria
La venerazione a San Donato, attestata
già in epoca paleocristiana, ebbe un'eccezionale diffusione nell'epoca altomedioevale:
da Mondovi e Pinerolo a Napoli ed alla Sicilia, da San Donato Milanese a San Donato Val
Comino, da Verona a Benevento, da Pisa ad Acerno, da Firenze a Spoleto ... L'impressionante
fenomeno non ha ricevuto ancora la piena spiegazione. È certo che vi contribuirono
l'eroica santità del martire, la sua fama di taumaturgo (è famoso l'episodio
del calice di vetro rotto dai pagani e da lui miracolosamente riparato) e l'abbondanza delle
"grazie" da lui fatte: ma è anche certo che vi concorsero altri
motivi.
Secondo studi recentissimi il culto di San Donato risulterebbe assai diffuso tra le truppe
dellimpero bizantino in italia fin dal secolo VI,
specialmente tra le truppe barbariche, gote e longobarde al soldo bizantino.
E nel successivo secolo VII il culto di San Donato
divenne popolarissimo tra i Longobardi come dimostra l'alta percentuale di chiese
dedicate a San Donato là dove sono attestati stanziamenti e presidi di
arimanni.
Ad Arezzo, centro di diffusione del culto, la popolarità di San Donato fu tanta
che dire Arezzo e dire San Donato divenne quasi sinonimo.
* * *
Fonte: Al tempo, nel 2004, notizie fornite dal parroco [?] di Arezzo
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