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L'uomo ed il gigante

L'uomo ed il gigante

Da che mondo è mondo nessuno è più astuto dell'uomo e nessuno può sfuggire al suo potere, persino gli animali più feroci possono essere dominati e resi schiavi dall'uomo.
Un giorno un gigante incontrò un toro e un cammello che erano stati percossi dall'uomo, e quando seppe chi li aveva conciati così si arrabbiò moltissimo e volle conoscere l'uomo.
Il toro e il cammello glielo indicarono: in quel momento stava abbattendo degli alberi con la scure con enorme fatica e il sudore gli colava lungo il corpo. Il gigante gli si avvicinò e con molta calma e in modo amichevole gli volle insegnare come si abbattono gli alberi. L'uomo accettò.
Il gigante con un sol colpo abbatté un albero e l'uomo si risentì.
"Questo è il mio più grande divertimento, se avessi voluto avrei anche io abbattuto l'albero con un sol colpo".
Poi invitò il gigante a mettere i piedi nelle fessure di un albero, riuscì ad imprigionarlo e se ne andò.
Il gigante riuscì a liberarsi incontrò nuovamente l'uomo e chiese spiegazioni: "Avrei potuto ucciderti, ma non l'ho fatto perché tu mi ringraziassi."
Il gigante lasciò perdere, offrì all'uomo la sua amicizia e gli propose di andare con lui nella sua capanna.

Un giorno lo pregò di andare nel bosco a raccogliere la legna, ma l'uomo invece di raccogliere i rami, abbatté molti alberi e li legò con una lunga corda.
Al gigante che andò a cercarlo, preoccupato del ritardo, spiegò che non voleva andare tutti i giorni a fare legna per questo ne aveva abbattuti molti. Il gigante replicò che non c'era abbastanza posto per tutta quella legna e si mise sulle spalle un solo albero.
L'uomo si arrampicò tra i rami e quando arrivarono scese velocemente fingendo di aver aiutato il gigante a portare il peso. Un giorno il gigante chiese all'uomo di andare al pozzo a prendere l'acqua. L'uomo non poteva rifiutare, andò al pozzo, ma si mise a scavare intorno. Il gigante preoccupato del ritardo lo cercò e l'uomo spiegò che voleva portare l'intero pozzo in modo da non dover andare tutti i giorni a prendere l'acqua. Il gigante non disse niente e riempi da sé il secchio. A quel punto l'uomo lo provocò e lo sfidò alla lotta. Il gigante cercò di respingere quella provocazione, ma tutto fu inutile. Lottarono spasmodicamente poi si calmarono, il gigante aveva paura di quest'uomo furbo e pensò di ucciderlo.
L'uomo si insospettì e non dormì nel suo letto, collocò un grande paiolo sotto le coperte e se ne andò a dormire da un'altra parte. Il gigante si alzò sferrò un grosso colpo di randello sul letto dell'uomo, e il paiolo si ruppe fragorosamente.

Il gigante credette di averlo ucciso, ma la mattina sentì l'uomo che gli diceva: «Perché questa notte hai fatto come se fossi tua moglie, sei venuto da me e mi hai baciato?».
Il gigante si stupì ma si rese conto che l'uomo era più forte di lui. I giorni passavano e i due continuavano a vivere insieme. Un giorno il gigante ebbe voglia di mangiare carne fresca e suggerì all'uomo di andare a rubare qualche pecora in una fattoria. L'uomo era d'accordo, ma precisò che non avrebbe rubato solo qualche pecora, ma l'intero gregge. Allora il gigante decise di far da solo, l'uomo avrebbe solo fatto la guardia. I due andarono alla fattoria, il gigante rubò le pecore e l'uomo lo seguì, ma quando dovette saltare una siepe, rimase ferito con una spina e cominciò a lamentarsi. Il gigante chiese il motivo di tanto dolore e scoprì che era soltanto una spina.
«Come!, - disse - tu dimostravi tanta forza e adesso sei ridotto così solo per una spina, dov'è tutta la tua potenza?».
Il gigante si volse, quindi, verso l'uomo e lo uccise con un sol colpo.

 

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Autore sconosciuto - Fiaba araba

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