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Il sasso e la bottiglia

Un sasso, vissuto per tutta la sua vita sulla riva di un fiume, vide ad un certo punto una bottiglia che era rimasta incagliata tra le sterpi a pochi centimetri dalla sua casa. La guardò, incuriosito, data la strana forma che essa presentava. Aveva un collo molto largo e corto ed una pancia davvero tonda e buffa. Il sasso decise che quella bottiglia poteva diventare la sua casa. Per entrarci dentro sfruttò la piccola corrente d'acqua che scendeva dalla riva verso il letto del fiume. È fu dentro. Si sentiva davvero bene in quella casa di pareti di vetro, molto elegante ed originale. Si sentì un sasso importante. Per divulgare tra i suoi amici il fatto, organizzò una festa per la serata del sabato successivo. Non vedeva l'ora!. Ed il sabato arrivò.
I primi invitati arrivarono puntuali e rimasero stupiti per la bellezza di quella casa. Ne arrivarono così tanti che alla fine la bottiglia si riempì fino all'orlo, e non c'era spazio neppure per un solo sasso in più. Ed il peggio arrivò quando qualcuno ebbe l'infelice idea di iniziare a ballare, sulle note del gracidio delle rane e delle cicale. Fu una sciagura. La bottiglia per un po' resistette, poi cominciò a crinarsi su tutti i suoi lati ed infine, sulla musica di un "alligalli" molto spinto, si frantumò in milioni di pezzettini di vetro. Della bottiglia rimase solo la forma, visto che i sassi continuavano a rimanere stretti tra loro come se nulla fosse successo. Addirittura, dopo il successo della festa, il padrone di casa propose ai sassi amici di rimanere a vivere tutti dentro, come in un condominio, per avere più compagnia l'un l'altro ed anche per reciproco supporto ed amicizia. Tutti accettarono, felicemente. E rimasero così, stretti tra loro, dentro una bottiglia che non esisteva più. Ma l'idea della bottiglia li rendeva uniti tra loro, quasi per incanto, incollati ed abbracciati insieme, senza timore o paura e senza costrizioni di alcuna sorta, perché su tutto c'è il meraviglioso senso di appartenere insieme all'anima del mondo.

 

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Autore: Angelo Mincione - Teramo

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