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Fonte : Gazzetta del Sud
Data : 03 agosto 2015
Autore : Antonio Pasceri
A Capistrano i festeggiamenti in onore alla Madonna della Montagna
La sentita tradizione va avanti senza soluzione di continuità sin dal 1759
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Antonio Pasceri
CAPISTRANO
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Le regole
Le regole, sulle direttive impartite dal Vescovo,
le ha scritte don Antonio Calafati che ha pubblicato
all'albo della chiesa le norme da osservare da quanti
desiderano portare in spalla la statua della Madonna.
E in un'istanza i fedeli dovranno dichiarare d'essere
battezzati, di condurre una vita conforme alla religione
cattolica, di non appartenere a logge massoniche e
tantomeno ad associazioni mafiose.
Come per incanto anche quest'anno, la pur grande chiesa matrice di Capistrano (ricostruita in stile tardo barocco, dopo il terremoto del 1783) si riempie di centinaia di fedeli desiderosi di assistere alle funzioni religiose che, di pomeriggio, si svolgono in onore della Madonna della Montagna durante i nove giorni che precedono la festa che si celebra, nella seconda domenica di agosto, fin dal 1759, anno in cui fu intronizzata, nella nicchia dell'altare maggiore.
La stupenda statua lignea della Vergine della Montagna fu realizzata dallo scultore serrese Antonio Riggio, di
scuola napoletana, con le offerte che i fedeli fecero, in olio, presso i numerosi frantoi in occasione della molitura delle loro
olive.
La venerazione verso la Madonna della Montagna di Capistrano affonda le sue radici a quelle della Madonna della Montagna di Polsi,
in Aspromonte, che apparse il 21 novembre 1117 ad un pastorello che trovò il suo smarrito torello inginocchiato dinanzi ad
una Croce. In tale sito fu costruito, nel XII secolo, dai Padri Basiliani, il Santuario,
divenuto noto nel mondo e meta di numerosi fedeli.
L'introduzione in Capistrano del culto della Vergine della Montagna avvenne per merito di don Domenico Antonio Zerbi da Radicena
(oggi Taurianova), che fu parroco di Capistrano dal 1752 al 1763, e subito di profuse fra i Capistranesi ed in molti dei paesi
vicini per il verificarsi, in quegli anni, di numerosi miracoli.
Fin dal 1759 la meravigliosa e maestosa statua lignea della Madonna della Montagna di Capistrano, che tiene fra le braccia il
Bambinello, viene portata, a spalla, nella seconda domenica di agosto, per le vie e viuzze del paese, accompagna da litanie, dalle
note gioiose della banda musicale e da oltre un migliaio di fedeli, atteso che ai residenti si aggiungono molti provenienti
dai paesi vicini e centinaia di emigrati capistranesi che ritornano da varie regioni d'Italia e, soprattutto, dal Canada e
dall'Australia, dove, fin dagli anni Cinquanta, si stabilirono centinaia di famiglie che trasferirono li il culto della Vergine
facendosi, in Italia, costruire la statua della Madonna della Montagna, che, per ragioni climatiche, festeggiano a Toronto nella
seconda domenica di agosto e a Melbourne il 21 novembre.
E appunto, per il massiccio ritorno di emigrati, anche di seconda, terza generazione, che già in Capistrano si sente parlare
l'antico e verace dialetto e la lingua inglese, della quale molti emigrati non possono più fare a meno.
Quest'anno, il parroco don Antonio Calafati, ha già pubblicato all'albo della Chiesa che chi, in occasione della processione,
desidera portare, a spalla, la statua della Madonna deve presentare un'istanza scritta nella quale deve, fra l'altro, essere
dichiarato di essere battezzato, condurre una vita conforme alla religione cattolica, non appartenere alla massoneria, non avere
rapporti o condanne mafiose, la non appartenenza ad associazioni mafiose, l'assenza di processi o condanne penali per atti mafiosi,
ecc. Ai prescelti sarà assegnato solo un tratto della processione.
Statua lignea della Madonna della Montagna
Il quadro: Miracolo di Polsi (Zimatore)
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Fonte : Gazzetta del Sud del 03/08/2015 - Autore : Antonio Pasceri
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