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Celebriamoli da vivi,
quando del profumo di un mazzo di fiori possono ancóra sorridere.
Quando al telefono possono ancóra rispondere,
quando siamo ancóra in tempo per chiedere scusa.
Celebriamoli quando la vita non abbia ancóra rivelato il suo verdetto,
quando in un abbraccio caldo dimentichiamo sia Novembre.
Celebriamoli come fosse Dicembre,
come fosse una notte festosa di Agosto, quando a piedi nudi sulla spiaggia si dimenticano le cose che ci fanno soffrire.
Quando le uniche distanze che ci dividono sono quelle che si possono accorciare e non quelle che non possiamo immaginare.
Celebriamoli quando sono ancóra nostri e non del cuore della terra.
Celebriamoli da vivi, quando il tempo ha ancóra tempo.
Celebriamoli come se esistesse solo oggi, che il domani nessuno lo sa.
Suoniamo ai campanelli, perdoniamo gli sbagli, mettiamoci al volante.
Urliamo e dimentichiamo, fuggiamo dai rancori come le parole fuggono dalla bocca dopo essere state pronunciate.
Al tempo stesso pronunciamo parole che se buone, non verranno mai dimenticate.
Celebriamoli quando c'è ancóra un modo per farlo, quando ad una domanda hanno ancóra risposta.
Celebriamoli quando andiamo a trovarli, avranno ancora fiato per dirsi felici di vederci arrivare.
Celebriamoli per non commemorarli, quando in mano resterà il niente di una vita che ha deciso da sola cosa farne di chi abbiamo amato per davvero…
…anche quando non glielo abbiamo detto.

 

 

Fonte : Gazzetta del Sud
Data : 19 marzo 2017
Autore : Antonio Pasceri

 

 

 

Una testimonianza sui bombardamenti al ponte Angitola

Fu un emigrato di Capistrano a sganciare quell'ordigno?

Assicurò al padre di non aver colpito il suo paese d'origine

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Antonio Pasceri
CAPISTRANO
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Capistrano: Emigrato a Toronto in Canada. Michele Caputo racconta la storia del cugino

Il caso del residuato bellico della Seconda guerra mondiale trovato nella zona dell'Angitola, nel territorio del comune di Maierato, confinante con quello di Capistrano, è stato vissuto, in tempi reali, attraverso facebook, anche da centinaia di emigrati capistranesi, soprattutto residenti in Australia e in Canada.
L'avvenimento ha fatto ritornare alla memoria di un emigrato capistranese, Michele Caputo, residente a Toronto, che un suo cugino aveva fatto parte dell'equipaggio di un aereo Usa che bombardò, per alcuni giorni, anche il ponte dell'Angitola.
Michele Caputo, ancora minorenne, emigrò nel 1967 con i genitori a Toronto (Canada), dove, sposato con due figlie e tre nipotini, è stato psicoterapeuta in un centro clinico, ha insegnato storia e letteratura in un liceo e psicologia in un college (istituto universitario). È autore di diverse pubblicazioni (in lingua inglese) su soggetti psicologici, teologici e anche di storia calabrese per fare conoscere e mantenere viva e imperitura fra gli emigrati, la storia della Calabria e dei Calabresi.
Michele Caputo ha riferito che tale suo cugino è Michael Tucci, nato in Pennsylvania, dove il di lui padre Salvatore Tucci (che era nato a Capistrano nel 1890 ed era zio della madre di Michele Caputo) era emigrato nel 1917, diciottenne.
All'inizio della seconda guerra mondiale Michael Tucci si arruolò nell'Aeronautica statunitense. Terminata la guerra e rientrato in Pennsylvania, Michael raccontò in famiglia le sue avventure belliche e in modo particolare che il suo equipaggio aveva preso parte al bombardamento di diversi ponti calabresi ed del ponte Angitola, il ponte vicino Capistrano, paese natio del padre.
Michael Tucci dovette più volte assicurare al padre che non erano state sganciate bombe sui centri abitati circostanti e soprattutto su Capistrano, peraltro vicino circa sei chilometri in linea d'aria dal ponte Angitola, atteso che gli aerei Usa che inglesi non riuscirono, per giorni, a distruggere il ponte Angitola. Michele Caputo riferisce: «Fu mia nonna Palma Tucci, zia di mio cugino Michael Tucci, che, avendo appreso dal fratello Salvatore, riferì, nel 1966, che Michael Tucci americano per nascita, durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell'Aeronautica statunitense e fece parte dell'equipaggio di uno degli aerei statunitensi che, assieme a quelli inglesi, bombardarono più volte il ponte dell'Angitola, per ritardare la ritirata dei tedeschi. Difatti è storicamente accertato che gli anglo-americani non riuscirono a colpire il ponte Angitola nel primo giorno dei loro bombardamenti avvenuti il 4 agosto 1943, pur riuscendo, invece, a danneggiare il vicino ponte della ferrovia. Il ponte Angitola - chiarisce Caputo - fu danneggiato dagli attacchi aerei che seguirono nei giorni 5 e 6 agosto 1943. Successivamente l'11 agosto, un gruppo di aerei alleati riuscì a colpire il ponte della ferrovia di Marina di Catanzaro e poi, il 16 agosto, ritornò, nella zona dell'Angitola, e distrusse un ponte temporaneamente eretto dai tedeschi che l'avrebbero dovuto utilizzare a seguito dei danni che erano stati causati dagli alleati al ponte Angitola».
Un tassello di storia per il quale i capistranesi ringraziano il loro emigrato Michele Caputo, che, sporadicamente torna da Toronto in Capistrano per trovare parenti e amici.

 

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Fonte : Gazzetta del Sud del 19/03/2017 - Autore : Antonio Pasceri

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